PALAZZO REALE CHIMENTI

Dopo il Duomo è l’edificio più importante della Piazza di Crespano e trova spazio sul suo lato nord.

La struttura della costruzione è solida e squadrata: la facciata leggermente asimmetrica – per la presenza di una volta che serve di passaggio alla corte retrostante - è ampia e scandita da una serie di finestre che movimentano la semplicità della superficie. Più articolata la parte centrale che presenta a piano terra una proporzionata gradinata d’accesso; al piano nobile un terrazzino dalla linea morbida e l’arco della portafinestra impreziosiscono la facciata che viene notevolmente alleggerita da un timpano centrale. Questo racchiude le iniziali, in stucco, del primo proprietario A D M sormontate da corona nobiliare.

L’ effetto d’ insieme è quello tipico della villa veneta e tale ne è pure l’impianto interno: un salone centrale passante attraversa nord-sud l’edificio a ogni piano e un ampio scalone in pietra, armato di elegante ringhiera sale fino all’ultimo piano, anticamente a debito a granaio e stanze per la servitù.

I pavimenti recentemente restaurati sono un bell’ esempio di terrazzo alla veneziana dai colori e disegni semplici ma eleganti, i soffitti hanno travature regolari alla “Sansovina”. Quasi ogni stanza è provvista di camino, unici elementi decorativi gli stucchi del salone centrale al piano nobile (forse opere dei Bittante stuccatori presenti nell’ Asolano) che decorano e scandiscono con motivi floreali stilizzati le pareti. Le decorazioni sovrapporte rappresentano la musica, la pittura, la fisica e matematica,la guerra. Quest’ ultimo è il più significativo perché lo scudo di guerra porta le iniziali A D M e sulla bandiera è raffigurata l’aquila bicipite. Sono questi due elementi significativi che ricordano l’avvenuta aggregazione al Consiglio Nobile di Asolo della famiglia De Martini (16 maggio 1804) e l’aquila bicipite simbolo dell’impero austriaco, è un omaggio alla sovranità imperiale che, con regia risoluzione, riconobbe il titolo nobiliare ai De Martini (27 ottobre 1822).

L’ edificio è il risultato di cui accorpamento di case contigue proprietà della famiglia Marangoni: infatti negli anni 1768- 1769, con atti del motori Colbertaldo e dall’Armi, Antonio De Martini acquista queste porzioni di casa da Alessandro e Francesco Marangoni, da Domenica e da donna Elisabetta di Sebastiano Marangoni.

Tramontata la fortuna dei De Martini che si erano occupati di filatura di panni di lana e feltri per cappelli, l’edificio passa alla figlia di Andrea, moglie del dr. Jacopo Piccinini q. Bortolo di Bassano che nel 1865 lo lasciò alla nipote Elisabetta.

Nel 1896 è proprietario Sebastiano Zardo q. Stefano, quindi per linea femminile è dei Rossi e dei Paladini asolani.

L’ ultimo proprietario privato è l’ing. Dino Cassani, figlio di Aroldo Paladini.

Nel 1985 il Palazzo viene acquistato dall’Amministrazione Comunale e restaurato negli anni 1999-2000. Viene aperto alla cittadinanza come centro di attività sociali e culturali e all’ultimo piano come sede della Sala Consiliare. Sede della nuova Biblioteca Comunale, del centro anziani, ospita anche la locale sezione degli alpini nella porzione restaurata delle antiche adiacenze.

Degno di segnalazione il bel pozzo in pietra settecentesco, nel cortile a nord.

Perché Palazzo Reale? L’ipotesi più accettabile è quella fornita dalla famiglia De Martini che ricorda come, durante la Prima Guerra mondiale, qui si fosse acquartierato S.A.R. Umberto di Savoia Aosta, Conte di Saleni, prima che, ammalatosi di spagnola, fosse ricoverato in casa Chiavacci (trasformata in ospedale militare) dove spirò il 19 ottobre 1918.

 

(dott. Francesco Chimenti)